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giovedì 14 febbraio 2013

Io la lingua la cucino così



Qui a S. Nicola ho fatto amicizia con il macellaio del supermercatio e così, forte di questa "raccomandazione", ogni giovedì compro u na lingua di vitello. Confesso, ne vado matto, ma questi sono fatti miei. A voi, forse, potrebbe inteessare conoscere come io cucino la lingua.

In genere utilizzo una pentola a pressione, a maggiior ragjone in barca dove la sicurezza (non c'è alcun rischio di ustioni, visto che la pentola è chiusa ermeticamente) e il risparmio di gas e di tempo sono fattori essenziali.
E allora andiamo. Se il macellaio vi fa un favore, lasciate che sia lui a spellarla. Altrimenti non vi perdete d'animo: dopo la cottura sarà una operazione rapidissima e oltremodo facile.
La cottura. Accendete il fornello e versate nella pentola a pressione un  po' di olio di oliva. Poi tre spicchi d'aglio (interi). Aspettate che questi siano dorati, quindi mettete dentro anche la lingua. Un paio di minuti dopo aggiungete anche un bicchiere di vino rosso. Poi mettete nella pentola un mazzo di sedano, un ciuffetto di prezzemolo, sale e peperoncino secco.
Chiudete la pentola e, a partire dal fischio, lasciate cuocere con poco gas per un tempo che va da 45 a 60 minuti, a seconda delle dimensioni della lingua.
Al termine, aprite la pentola (attenzione a far uscire prima tutta l'aria) e mettete la lingua sopra un tagliere. Se siete stati antipatici al vostro macellaio, sarà il caso di spellare la lingua. Sarà facilissimo: fate degli intacchi con la punta dui un coltello e completate l'operazione con  le mani: la pelle andrà via senza alcun intoppo. Poi tagliatela a fettine. La lingua è bell'e pronta.


Tanti modi per mangiarla. Io la cucino spesso con il vino. In una padella fate soffriggere in poco olio di oliva un po' di cipolla. Mettete le fette di lingua e, dopo qualche minuto, aggiungete il vino. Se volete, al posto del brodino, una specie di crema, mescolatre al vino anche un cucchiaino di farina. Un altro modo è quella di mangiarla tiepida (o addirittura fredda) condita con una buona salsa verde oppure riscaldata con il brodo dove è stata cotta.
Il brodo. Buttarlo sarebbe un peccato mortale. A parte il fatto che può sempre servire per condire la lingua, il brodo è ottimo per farvi cuocere dei tortellinin (un pacco da un chilo di tortellini secchi non dovrebbe mai mancare nella vostra cambusa) o per condire la pasta. In barca si approdfitta di tutto e, come con il maiale, non si butta nulla.
A questo punto, buon appetito.




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